PEDAGOGIA - Rousseau

 

Jean-Jacques Rousseau nasce a Ginevra nel 1721, rimase orfano di madre e dopo anche di padre e fu affidato al pastore Lambercier di Bossey. I suoi studi non furono del tutto lineare, si interessò di musica e lavorò come apprendista presso un cancelliere e poi alle dipendenze di un incisore.  Rousseau fu autore di opere di contenuto eterogeneo, da testi teatrali a tratti politici.  Per Rousseau la natura è alla base dell'educazione e viene presentato in forte controtendenza rispetto al suo tempo. Si tratta di una pura ipotesi intellettuale che rinvia a un presunto stato originario dell'uomo visto come essere un essere autonomo, destinato a uno sviluppo regolato da leggi inviolabili e fornito di una ricchezza originaria oscurata dall'evoluzione storica. 

L'Emilio è un romanzo pedagogico nel quale viene presentata l'educazione di un immaginario fanciullo dalla nascita fino all'età adulta. Esso è articolato in 5 libri, ciascuno dedicato a una età specifica. 

Primo libro:

Rousseau apre la sua opera con due riflessioni considerazioni: 

- affermazione della bontà originaria dell'uomo allo stato naturale e della sua degenerazione nei rapporti sociali 

- importanza dell'educazione, infatti tutto ciò che acquisiamo dopo la nascita ci viene dall'educazione 

Rousseau ritiene importante le cure educative della madre, cui aspetta il primo allevamento del figlio e il cui ruolo è essenziale per assicurare il felice sviluppo del piccolo. Invita le madri a essere sollecite e premurose e ad accompagnare l'apprendimento del linguaggi. 

Secondo libro: 

Il secondo libro ci presenta la fanciullezza di Emilio, che cresce all'aria aperta, impara dalle esperienze dirette nelle quali di volta in volta si trova e che il precettore organizza. In questa fase dell'educazione rispetta le leggi della natura. Lo scopo di questo momento evolutivo è quello di renderlo sano, vigoroso, e pronto, almeno in parte apprendere da sé. 

Terzo libro:

Con il terzo libro Rousseau descrive l'età dell'utile, connotato dal passaggio dell'apprendimento attraverso i sensi all'apprendimento intellettuale vero e proprio. Il precettore doveva saper valorizzare la curiosità e l'interesse di Emilio attraverso l'esplorazione dell'ambiente. Lo scopo è porre il fanciullo nelle condizioni di trovare in se stesso i mezzi per ampliare le conoscenze. 

Quarto libro:

Il quarto libro definisce la seconda nascita. L'introduzione all'età adulta esige che si cambi metodo di educazione. La parte più nota è quella relativa alla professione di fede del vicario savoiardo, nella quale presenta le sue convinzioni in materia religiosa. La prima parte è dedicata alla presentazione dei principi su cui si regge la religione naturale, la seconda parte contiene la critica alle religioni rivelate, considerate come causa di conflitto tra gli uomini. 

Quinto libro: 


Nel quinto libro viene presentata la futura moglie di Emilio, Sofia. L'idea di Rousseau sulle donne è in linea con quella del tempo, le caratteristiche e il ruolo che attribuisce a Sofia evidenziano la chiara superiorità dell'uomo sulle donne, anche se ritiene che tra i due vi sia una grande complementarità. 

Nella pedagogia dell'Emilio viene nettamente distinto l'uomo naturale dall'uomo civile. Il primo era quello che usciva dalle mani del Creatore e, per questo, era "buono"; il secondo, invece risentiva della negativa influenza della società, che "rovescia e trasforma tutto, ama la difformità, i mostri, non apprezza nulla di come è stato fatto dalla natura, neppure l'uomo". 

Obiettivo dell'opera era dimostrare la necessità di abbandonare le modalità educative tradizionali, che snaturavano l'uomo per farne un individuo incapace di essere pienamente se stesso, al fine di adottare  una pedagogia rispettosa degli interessi e delle abilità del bambino. Compito dei genitori e dei precettori era quello di fornire un orientamento unico e coerente ai tre differenti tipi di educazione che regolavano lo sviluppo di ogni essere umano; l'educazione della natura, ovvero lo sviluppo del corpo e dei suoi organi; l'educazione delle cose, cioè l'esperienza; l'educazione degli uomini, rappresentata dalla cultura e da tutti gli apprendimenti ricevuti dai propri simili. 

Consacrava le più moderne pratiche igieniche e di puericultura

In questa prospettiva, un buon educatore mette il proprio allievo nella situazione di compiere esperienze utili e positive per la sua crescita. 


Il primo riconoscimento è quello di avere reso chiare anche al grande pubblico le trasformazioni che regolano lo sviluppo dell'essere umano e le loro implicazioni educative, divulgando le teorie sensistiche. Secondo tali teorie, tra la nascita e i due anni il bambino vive uno stato di sensibilità indifferenziata. Nella fase successiva egli raggiunge un livello di sviluppo paragonabile a quello di un uomo selvaggio. Il terzo periodo è quello della preadolescenza. La sua coscienza morale non è ancora del tutto sviluppata e l'utilità rappresenta il movente principale del suo agire. A questa fase segue quella della cosiddetta "seconda nascita", che va dai quindici anni fino all'età del matrimonio, stimata da Rousseau intorno ai venticinque. 

Rosseau mise in crisi la logica adultistica, volta a far diventare l'allievo rapidamente adulto. 

Il secondo apporto riguarda la tesi secondo cui ciascun individuo è portatore di capacità originali. Il compito dell'educazione è quello di favorirne lo sviluppo, in modo che ogni bambino abbia davvero l'opportunità di "divenire se stesso" da adulto. 

Il terzo contributo innovativo dell'opera rousseauiana riguarda la figura dell'educatore: opponendosi all'immaigne tradizionale del genitore e del precettore quale figura autoritaria e direttive, Rosseau penava all'adulto come a colui che si prodiga per organizzare le situazioni educative più idonee a far maturare l'allievo. Questo tipo di modalità viene comunemente definita educazione indirette o "negativa" e valorizza l'esperienza dell'allievo, chiamato a rielaborare in modo autonomo e soggettivo gli apprendimenti acquisiti con la pratica. 

Obiettivo dell'educazione rousseauiana era quello di fare di Emilio un uomo. L'intenzione di- valorizzare le capacità e i desideri del bambino derivava dalla fiducia che il philosophe aveva nell'uomo, ma anche dalla sfiducia che provava nei confronti dell'educazione pubblica. Per educazione pubblica si intendeva l'istruzione che i bambini ricevevano in comuni con altri coetanei all'interno di scuole che non erano mai gestiste dallo Stato, bensì dalla Chiesa. Ad essa veniva contrapposta l'educazione privata

Egli dichiarava che nella Francia del XVIII secolo era impossibile formare un cittadino, in quanto le monarchie assolute non potevano favorire la nascita dell'idea di patria. 

Proprio queste teorie, pochi mesi dopo la pubblicazione dell'opera, costarono all'Emilio la messa al bando da parte del Parlamento di Parigi, il quale condannò al carcere il suo autore, costretto ad abbandonare precipitosamente la capitale francese e a cercare rifugio in Svizzera. Cacciato per gli stessi motivi da Ginevra il filosofo si stabilì a Ermenoville. 

Suscitarno scandalo anche le sue tesi relative all'insegnamento della religione. Nell'Emilio, infatti, egli si dichiarava convinto dell'inutilità dell'insegnamento di ogni precetto morale che non fosse stato sperimentato empiricamente, poichè reputava necessario convincere nella pratica il suo discepolo dell'utilità di comportarsi correttamente nei confronti dei suoi simili. 


La più riuscita confutazione dell'opera di Rousseau fu scritta dal barnabita Giacinto Sigismondo Gerdil. La sua opera uscita nel 1763 con il titolo Riflessioni sulla teoria e la pratia dell'educazione contro i principi del signor Rousseau, ebbe tanta fortuna da passare alla storia e da essere riedita con il titolo di Anti-Emilio.

Due erano i temi su cui si concentrava la critica del prelato: il primo era l'importanza dell'istruzione religiosa come base di ogni apprendimento. Si affermava che l'uomo è per natura portato a fare un uso errato dei sensi. L'autore delle Riflessioni  tornava a proporre la religione come l'unico sapere in grado di moderare gli stimoli potenzialmente perversi offerti dai sensi, e richiamava in causa le idee innate, tra cui l'idea di Dio, che soltanto la religione poteva risvegliare nell'uomo, orientandolo verso la salvezza eterna. 

Il secondo tema affrontato da Gerdil era quello della superiorità, sostenuta nell'Emilio, dell'educazione privata rispetto a quella pubblica. La scelta di educare Emilio in solitudine non solo sarebbe stata possibile soltanto per una ristretta minoranza, ma soprattutto non era praticabile nella realtà. Meglio sarebbe stato continuare a dare fiducia ai collegi e all'educazione pubblica

Gerdil chiudeva la sua opera invitando i lettori a guardarsi dal fascino di modelli educativi apparentemente innovativi, ma in realtà utopici e perniciosi. 

In Francia arrivò a sentenza definitiva il processo che molti dei parlamenti locali avevano intentato l'anno precedente ai gesuiti, accusati di corrompere la gioventù con insegnamenti inneggianti al regicidio e all'eresia. Queste vicende minarono la credibilità dei discepoli di Ignazio  esposero il problema di sostituirli nella gestione dei collegi che dirigevano da circa due secoli. Nello stesso tempo si aprì il dibattitto sulla gestione dell'istruzione. Si incrinò così il secolare sodalizio Stato-Chiesa nella vita della scuola, che prevedeva che la Chiesa formasse cittadini rispettosi della lege e preparati, pensandoli prima di tutto come buoni cristiani.

La prima riforma di laicizzazione scolastica si verificò nel Regno di Sardegna, attribuendo la vigilanza di tutti gli ordini di suola al Magistrato della Riforma. Riforma poi assunta a modello in tutta Europa nei decenni successivi. 


La figura di maggior spicco pedagogico favorevole all'iniziativa dello Stato in campo scolastico fu Johann Bernhard Basedow fondatore della orrente illuministica del filantropismo tedesco. Influenzato da Comenio e Rosseau sostenne che ogni bambino aveva diritto all'istruzione e propose un rinnovamento didattico coerente con questo principio. A tal fine perseguì l'obiettivo di formare nuovi maestri e scrivere nuovi libri. 



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